Fontana della Pastorella
 

 

 

 
 

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   • La fontana, detta della Pastorella, mostra d'acqua dell'acquedotto inaugurato a Gorga nel 1889, fu commissionata a Ernesto Biondi (1855-1917), nato a Morolo, piccolo paese arroccato sulle falde orientali dei Monti Lepini.

Il Biondi è stato uno dei più noti scultori del secondo Ottocento, autore tra l'altro de I Saturnali - la sua opera maggiore conservata a Roma nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea - con i quali vinse il Grand Prix all'Esposizione mondiale di Parigi del 1900. La fontana, una delle sue prime opere di carattere pubblico - sua anche quella di Montelanico (1891) e di Cisterna - risente di quel socialismo umanitario che il Biondi professava, seguendo la corrente del tempo e che si ritrova nel programma artistico di quegli anni: l'attenzione al naturalismo, alla verità oggettiva, ai temi sociali.

Il soggetto della Pastorella che, vestita con gli abiti tipici della regione, guida con il bastone le due caprette, dimostra la comprensione dell'autore per la gente umile, per la sua fatica e miseria. Sotto il gruppo in bronzo, a un livello intermedio, è posta una targa in ghisa in lingua latina a lettere capitali, che ricorda l'inaugurazione del nuovo acquedotto, alla costruzione del quale papa Leone XIII, nativo della vicina Carpineto, contribuì con la somma di lire 22.000 (la Comunità contrasse un mutuo per ulteriori lire 20.000):  

"ORDO.DECVR.GURGE  /  DVCTO.E.PROXIMIS.
SCATEBRIS.RIVO  /  AQUAE.PENVRIAM

SVSTVLIT.SVMPTV.PVBLICO  /  COLLATA.QUE.LIBERALITATE
LEONIS XIII P.M.
  / AN. MDCCCLXXXIX".

Il Biondi dimostrò la sua riconoscenza sistemando sul bordo della vasca una testa di leone, in ghisa, fiancheggiata da due ghirlande. Quando il papa morì (1903) l'artista scrisse: "Nella vetta più alta dei nostri Monti Lepini scolpirò il profilo caratteristico di Gioacchino Pecci, in modo che si possa vedere a cinquanta chilometri di distanza".

Il progetto non fu mai realizzato, ma si può verosimilmente ritenere - come si può vedere nella foto del 1894 - che già nella modellazione della fontana il Biondi abbia voluto abbozzare i tratti essenziali di un felino, sulla cui sommità grava il gruppo scultoreo della Pastorella.

I tre elementi metallici sono stati oggetto di restauro nel 1989 da parte della Sopraintendenza per i Beni Artistici e Storici del Lazio, in occasione del centenario dell'acquedotto. In seguito ai restauri, sul retro del bustino della Pastorella è visibile la scritta "povero Ernesto", sul retro della spalla sinistra è la maiuscola della lettera p e sull'orlo della gonna la scritta "Fonderia Nelli - Roma".

La Grande Fonderia Romana - Artistica e Industriale in Bronzo e Ghisa - del cavaliere Alessandro Nelli, era molto attiva, non solo in Italia, ma anche all'estero (della stessa fonderia è anche la statua, raffigurante un genio alato in bronzo, della fontana di Montecompatri, inaugurata il 6 ottobre 1889).

Nell'Archivio Comunale di Gorga, allora nel Circondario di Velletri, sono conservati documenti contrattuali e contabili riguardanti il progetto della Mostra della Fontana di Gorga. Un documento del 18 agosto 1890, un verbale di trattativa privata, testimonia la presenza di Biondi quale appaltatore dell'opera e fornitore di una statua in bronzo, rappresentante una Fauna con due caprette. L'inaugurazione della fontana avvenne il 4 agosto 1891, e la cerimonia fu presenziata dallo stesso Biondi.

La copertura di edera, che già negli ultimi anni invadeva la parete di roccia, annullava l'effetto voluto dallo scultore di un corpo unico tra la parte scultorea e la roccia naturale su cui quest'ultima si addossa; infatti, l'immagine che risultava era quella di un elaborato piedistallo a sostegno della Pastorella.

Successivi strati di intonaco hanno poi, in un errato tentativo di salvaguardia, definitivamente nascosto e trasformato l'originario modellato. I lavori di restauro, progettati e diretti dall'Amministrazione Provinciale di Roma (1999-2002), su richiesta del Comune di Gorga, hanno interessato il recupero totale della Fontana. Il restauro si è prefisso anche la rimessa in vista della roccia naturale attraverso la rimozione del mantello verde e la conservazione della materia del supporto della fontana dopo l'eliminazione della "glassa" di cemento, con l'obiettivo di recuperare, per quanto possibile, l'originaria immagine del monumento, voluta dall'autore.

Il rilievo del manufatto (1998) è stato affidato al Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo, Laboratorio di Fotogrammetria dell'Università degli Studi di Roma. (Testo a cura della Provincia di Roma - Marzo 2003)

 
 
 
 
   
 
 
 
 

 
 

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